Un santuario degno degli Egizi: la Piramide etrusca di Bomarzo

Bomarzo… questa cittadina è famosa poiché ospita il celebre Parco dei Mostri, un parco rinascimentale disseminato di grottesche statue di pietra, nascoste in un rigoglioso boschetto. Ma non è di questo che vogliamo parlarvi in questo articolo, in quanto siamo venuti a conoscenza di una scoperta a dir poco sensazionale! Nascosta in un bosco fatato tra Chia e Bomarzo, nel bel mezzo di dirupi rocciosi di peperino e gli incantevoli siti storici della Tuscia, si trova l’imponente mole della Piramide di Bomarzo.

Piramide di Bomarzo in Tuscia nel Lazio Italia
Piramide di Bomarzo

Raggiungerla non è semplice, in quanto non è segnalata. Grazie, però, ad alcuni siti siamo riusciti a trovare delle indicazioni. Perciò, una mattina all’alba, siamo partiti alla ricerca di questo misterioso reperto. Dopo aver visitato la meravigliosa Necropoli di Sutri, ci siamo diretti verso Bomarzo, una zona ricchissima di siti etruschi.

Parcheggiato accanto a un silo dell’acqua, abbiamo imboccato la stradina che porta a un campo sportivo. Da lì, su una piccola struttura di cemento sulla sinistra del campo, ci sono scritte le indicazioni per raggiungere Santa Cecilia. Il sentiero in discesa è terroso e sconnesso, piuttosto pericoloso se bagnato.

Ma, quel giorno, splendeva un sole caldo e non c’erano nubi all’orizzonte, perciò ci abbiamo messo pochi minuti per arrivare a un incrocio. Avevamo intenzione di fare tutto il percorso escursionistico del bosco. Dunque, ci siamo diretti prima verso la torre abbandonata di Chia e poi verso il cimitero paleocristiano di Santa Cecilia.

Tornati all’incrocio formato da una meravigliosa colata lavica, abbiamo seguito un sentiero che si insinuava tra radi alberi e sfociava in una strada sterrata. Abbiamo proseguito verso destra per un bel tratto, superando diversi sentieri perpendicolari. Arrivati alla fine, ci siamo trovati di fronte a una proprietà privata.
Tornando indietro, abbiamo preso una traversa sulla sinistra che portava a una bellissima tagliata etrusca. Verso la fine, nella parte alta, si può scorgere un’antica scritta latina di epoca romana.
Tagliata etrusca con scale intagliate
Iscrizione latina “ITER PRIVATV(M) DVORVM DOMITIOR(VM)”, “STRADA PRIVATA DEI DUE DOMIZI”
Abbiamo percorso a ritroso la tagliata e la strada sterrata, aiutandoci con Maps per localizzare la posizione della piramide. Dopo aver tentato invano di addentrarci nel bosco, la nostra determinazione stava evaporando lentamente sotto il caldo estivo. Il fruscio di rami e foglie pervadeva l’aria. Non sentivamo nient’altro.
Usciti dal boschetto tra gli schianti assordanti dei rami spezzati, avevamo deciso di tornare alla macchina quando un ammasso di piccole pietre tufacee disposte a piramide ha attirato la nostra attenzione. Era posto all’inizio di un sentiero che curvava nel bosco e, perciò, l’abbiamo imboccato.
Gruppo di tombe chiamato la “Finestraccia”
Poco dopo, ci siamo trovati di fronte a una lapide moderna, su cui è inciso il nome “Musetto”. Vari siti citavano questa lapide. Finalmente eravamo sulla pista giusta!
Abbiamo proseguito al riparo degli alberi, fino a incrociare un bivio. La via in discesa verso destra era piuttosto ostica, specialmente se umida. Tuttavia, una volta superati due tratti, si fa più accessibile. Poco più a valle, un sentiero si dirama a sinistra. Spinti dalla curiosità, lo abbiamo imboccato e ci ha condotto a una particolare casetta ricavata in una parete di peperino.

Una sorpresa mozzafiato. Ci sono due entrate e si vedono ancora i resti delle scale che portavano all’ingresso superiore. Osservandolo meglio, ci ha ricordato molto le tombe a dado etrusche, con le loro porte squadrate. Non avevamo più dubbi. Essendo in prossimità della piramide, questo edificio – usato dapprima come tomba – deve essere stato riutilizzato come abitazione magari da un capo spirituale o un capo tribù. Il nostro entusiasmo è salito alle stelle e perciò siamo tornati al sentiero principale, immergendoci ancor più tra le ombre di querce e castagni. L’aria è mutata radicalmente, diventando più fresca e più mistica. Sembrava il posto più indicato in cui cercare.

E, infine, ecco che ce la siamo ritrovata sulla destra… la Piramide di Bomarzo!

Piramide di Bomarzo in Tuscia nel Lazio Italia
Fabiano in cima alla Piramide di Bomarzo

Chiamato anche “Sasso del Predicatore”, la Piramide di Bomarzo è un enorme masso di peperino interamente intagliato e coperto da un soffice strato di muschio, scoperto casualmente nel 2008. Un sito unico, attorno al quale fluttua un alone di mistero come nebbia densa. Ad oggi, è l’altare rupestre più grande d’Europa. La datazione è incerta e avvolta nel mistero: si dice che sia stata costruita intorno al VII secolo a.C., secolo in cui la civiltà etrusca era già stanziata nell’area, ma alcuni affermano che risalga per giunta alla preistoria!

In base alla nostra conoscenza, riteniamo che si tratti di un’opera prettamente etrusca.

Anche gli Etruschi costruivano piramidi?

Piramide di Bomarzo in Tuscia nel Lazio Italia
La Piramide di Bomarzo in inverno

Un’impressionante scalinata che conduce in cima la fa assomigliare a una piramide Maya. In realtà, questa piramide è un altare sacrificale, fornito di canaletti di scolo del sangue. I solchi circolari, invece, sembrerebbero essere le fondamenta per pali di legno che sorreggevano una struttura a protezione del santuario. Era un luogo per rituali mistici, probabilmente dedicati agli Dèi degli Inferi o per la pratica dell’aruspicina, l’arte di predire il futuro attraverso le viscere degli animali sacrificati, o anche per gli auguri, l’arte di interpretare il volere divino attraverso il volo degli uccelli.

È affascinante riscontrare le somiglianze architettoniche in civiltà totalmente diverse e che non hanno mai avuto contatti tra loro… gli Egizi; i Maya, gli Aztechi e gli Incas; i Babilonesi; gli Etruschi; la civiltà prenarugica (ebbene sì, anche in Sardegna è presente una piramide). Perché questa struttura era così in voga nelle civiltà antiche? Probabilmente era sia un fattore visivo, in quanto il sito doveva essere scorto a chilometri di distanza, e sia un fattore religioso, visto che le piramidi puntano tutte verso il Cielo, da dove gli dèi osservano gli uomini.

La scalinata è piuttosto ripida e bisogna fare attenzione a non scivolare. Ma, una volta in cima, si riesce a scorgere la vicina Valle del Tevere e si ha l’impressione di essere davvero in Messico o in Perù, a guardare il panorama dall’alto di una piramide maya! Fortunatamente, da pochi anni questo reperto di grande importanza sta iniziando a essere conosciuto sempre più, grazie soprattutto al suo scopritore, Salvatore Fosci, che ha creato una campagna di divulgazione e valorizzazione della piramide sui diversi social media. È lo stesso Fosci a occuparsi di mantenere puliti i sentieri e la stessa piramide, oltre che a organizzare visite guidate. Non possiamo che ringraziarlo per l’immenso lavoro che sta svolgendo e per l’incommensurambile passione che lo guida. Grazie!

Piramide di Bomarzo in Tuscia nel Lazio Italia
La Piramide di Bomarzo vista dal lato

Consigliamo caldamente di visitare questo luogo magico e di assaporarne l’atmosfera con tutti i sensi. Lasciatevi permeare dal suo mistero e dalla sua aura di misticismo. Inoltre, è un percorso perfetto per chi ama il contatto con la natura.

Visitate la Piramide di Bomarzo, non rimpiangerete il Messico!

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