Bomarzo… questa cittadina è famosa poiché ospita il celebre Parco dei Mostri, un parco rinascimentale disseminato di grottesche statue di pietra, nascoste in un rigoglioso boschetto. Ma non è di questo che vogliamo parlarvi in questo articolo, in quanto siamo venuti a conoscenza di una scoperta a dir poco sensazionale! Nascosta in un bosco fatato tra Chia e Bomarzo, nel bel mezzo di dirupi rocciosi di peperino e gli incantevoli siti storici della Tuscia, si trova l’imponente mole della Piramide di Bomarzo.

Raggiungerla non è semplice, in quanto non è segnalata. Grazie, però, ad alcuni siti siamo riusciti a trovare delle indicazioni. Perciò, una mattina all’alba, siamo partiti alla ricerca di questo misterioso reperto. Dopo aver visitato la meravigliosa Necropoli di Sutri, ci siamo diretti verso Bomarzo, una zona ricchissima di siti etruschi.
Parcheggiato accanto a un silo dell’acqua, abbiamo imboccato la stradina che porta a un campo sportivo. Da lì, su una piccola struttura di cemento sulla sinistra del campo, ci sono scritte le indicazioni per raggiungere Santa Cecilia. Il sentiero in discesa è terroso e sconnesso, piuttosto pericoloso se bagnato.
Ma, quel giorno, splendeva un sole caldo e non c’erano nubi all’orizzonte, perciò ci abbiamo messo pochi minuti per arrivare a un incrocio. Avevamo intenzione di fare tutto il percorso escursionistico del bosco. Dunque, ci siamo diretti prima verso la torre abbandonata di Chia e poi verso il cimitero paleocristiano di Santa Cecilia.



Una sorpresa mozzafiato. Ci sono due entrate e si vedono ancora i resti delle scale che portavano all’ingresso superiore. Osservandolo meglio, ci ha ricordato molto le tombe a dado etrusche, con le loro porte squadrate. Non avevamo più dubbi. Essendo in prossimità della piramide, questo edificio – usato dapprima come tomba – deve essere stato riutilizzato come abitazione magari da un capo spirituale o un capo tribù. Il nostro entusiasmo è salito alle stelle e perciò siamo tornati al sentiero principale, immergendoci ancor più tra le ombre di querce e castagni. L’aria è mutata radicalmente, diventando più fresca e più mistica. Sembrava il posto più indicato in cui cercare.
E, infine, ecco che ce la siamo ritrovata sulla destra… la Piramide di Bomarzo!

Chiamato anche “Sasso del Predicatore”, la Piramide di Bomarzo è un enorme masso di peperino interamente intagliato e coperto da un soffice strato di muschio, scoperto casualmente nel 2008. Un sito unico, attorno al quale fluttua un alone di mistero come nebbia densa. Ad oggi, è l’altare rupestre più grande d’Europa. La datazione è incerta e avvolta nel mistero: si dice che sia stata costruita intorno al VII secolo a.C., secolo in cui la civiltà etrusca era già stanziata nell’area, ma alcuni affermano che risalga per giunta alla preistoria!
In base alla nostra conoscenza, riteniamo che si tratti di un’opera prettamente etrusca.
Anche gli Etruschi costruivano piramidi?

Un’impressionante scalinata che conduce in cima la fa assomigliare a una piramide Maya. In realtà, questa piramide è un altare sacrificale, fornito di canaletti di scolo del sangue. I solchi circolari, invece, sembrerebbero essere le fondamenta per pali di legno che sorreggevano una struttura a protezione del santuario. Era un luogo per rituali mistici, probabilmente dedicati agli Dèi degli Inferi o per la pratica dell’aruspicina, l’arte di predire il futuro attraverso le viscere degli animali sacrificati, o anche per gli auguri, l’arte di interpretare il volere divino attraverso il volo degli uccelli.
È affascinante riscontrare le somiglianze architettoniche in civiltà totalmente diverse e che non hanno mai avuto contatti tra loro… gli Egizi; i Maya, gli Aztechi e gli Incas; i Babilonesi; gli Etruschi; la civiltà prenarugica (ebbene sì, anche in Sardegna è presente una piramide). Perché questa struttura era così in voga nelle civiltà antiche? Probabilmente era sia un fattore visivo, in quanto il sito doveva essere scorto a chilometri di distanza, e sia un fattore religioso, visto che le piramidi puntano tutte verso il Cielo, da dove gli dèi osservano gli uomini.
La scalinata è piuttosto ripida e bisogna fare attenzione a non scivolare. Ma, una volta in cima, si riesce a scorgere la vicina Valle del Tevere e si ha l’impressione di essere davvero in Messico o in Perù, a guardare il panorama dall’alto di una piramide maya! Fortunatamente, da pochi anni questo reperto di grande importanza sta iniziando a essere conosciuto sempre più, grazie soprattutto al suo scopritore, Salvatore Fosci, che ha creato una campagna di divulgazione e valorizzazione della piramide sui diversi social media. È lo stesso Fosci a occuparsi di mantenere puliti i sentieri e la stessa piramide, oltre che a organizzare visite guidate. Non possiamo che ringraziarlo per l’immenso lavoro che sta svolgendo e per l’incommensurambile passione che lo guida. Grazie!

Consigliamo caldamente di visitare questo luogo magico e di assaporarne l’atmosfera con tutti i sensi. Lasciatevi permeare dal suo mistero e dalla sua aura di misticismo. Inoltre, è un percorso perfetto per chi ama il contatto con la natura.
Visitate la Piramide di Bomarzo, non rimpiangerete il Messico!