Le leggendarie

Città ciclopiche

"Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno"
- Guy de Maupassant -
Città ciclopica di Segni in Ciociaria nel Lazio Italia
Mura poligonali di Segni

Più o meno tutti siamo a conoscenza delle numerose vestigia romane presenti nel territorio laziale. Le rovine sono così numerose che per la maggior parte degli abitanti laziali costituiscono una presenza tanto familiare da diventare parte del paesaggio naturale. Eppure, integrate nelle cittadine del Sud della regione, esistono rovine appartenenti a un passato ancora più remoto e misterioso di quello romano: sono le imponenti mura poligonali, che circondano molti paesi della Ciociaria. Dette anche “mura ciclopiche”, a causa della loro magnificenza architettonica, sono attribuite secondo il folklore al popolo gigante dei ciclopi.

Ma chi ha costruito queste cosiddette "città ciclopiche"? E come è riuscito a erigerle?

Il mistero è più grande di quanto ci si possa immaginare. Le cinte di mura megalitiche sono concentrate in un’area ben definita, il che rende palese che si tratti di una civiltà che viveva in quella zona. Per citare le più importanti, basti cercare su una mappa le città di Alatri, Ferentino, Atina, Arpino, Anagni, Segni, Veroli, Sezze, Norba, Cori, Circeo per scoprire che la concentrazione geografica è inconfutabile. 

Al di fuori della zona troviamo mura megalitiche nel centro Italia anche ad Amelia (Umbria), Alba Fucens (Abruzzo), in Toscana ad Orbetello e Roselle (le mura toscane sono opera etrusca e hanno comunque un forte fascino, seppur diverso da quello delle enigmatiche mura ciclopiche del Sud del Lazio) e in modo minore in altre regioni del Sud. Opere costruite con la stessa tecnica sono state ritrovate nei luoghi più disparati del pianeta (Isola di Pasqua, Australia) accentuando il mistero dell’attribuzione a una popolazione.

Città ciclopica di Alatri in Ciociaria nel Lazio Italia
Mura poligonali di Alatri

Le pietre che costituiscono le mura delle città ciclopiche sono enormi, ogni singolo masso pesa tonnellate. Sono incastrate in modo geometricamente perfetto, al punto da non lasciare il minimo spazio tra l’una e l’altra. Sono passati 150 anni da quando gli studiosi hanno iniziato a manifestare un interesse particolare per queste mura. Tuttavia, siamo ancora al punto di partenza. In assenza di spiegazioni, molti studiosi ne hanno attribuito la costruzione ai primi romani, poiché nessuna popolazione nota a storici e ad archeologi avrebbe potuto possedere una tecnica, una capacità e un’organizzazione sociale tali da permetterle di erigere mura chilometriche tanto imponenti, composte da decine di migliaia di pietre che pesavano anche 30 tonnellate!

Ma non sono stati i romani. Osservando le mura megalitiche di Ferentino, sono chiaramente distinguibili tre diverse fasi della costruzione. Facendo tre passi indietro nel tempo: 3- la fase medievale; 2- la fase romana; 1- la fase ciclopica. La ristrutturazione romana è avvenuta nel 180 a.C. con pietre molto più piccole e squadrate di quelle ciclopiche e si è avvalsa dei lastroni di roccia megalitici sottostanti, già presenti all’epoca della ristrutturazione, come basamento. Ma allora chi è stato?

E non abbiamo ancora gli stessi antichi romani non si sono mai attribuiti il merito della costruzione delle mura megalitiche attribuivano ai Pelasgi, antenati mitici. Inoltre non si hanno prove che le popolazioni locali, Ernici o Volsci, siano stati in grado di costruire opere tanto magnifiche. Ulteriori domande sono: perché le hanno costruite? Qual era la loro funzione?

Non erano semplici mura difensive. Troppi punti d’accesso, nessuna torre, nessun elemento difensivo. Sembrano più che altro un recinto sacro. Parleremo della misteriosa posizione astronomicamente studiata delle mura di Alatri in un post apposito. L’Unesco sostiene che le città ciclopiche possano essere centinaia di anni più antiche del periodo romano. La datazione non è certa.

Speriamo che qualcuno possa fare luce su questo mistero e speriamo, innanzitutto, che l’interesse si tramuti in un qualche progetto di mantenimento del patrimonio. Perché, sebbene le mura più famose (Alatri, Ferentino, Segni…), siano abbastanza controllate, nelle altre città sono lasciate completamente a se stesse e quasi nessuno si rende conto che non si tratta di grossi mattoni dello stesso valore dei mattoncini di casa, ma di reperti unici nel panorama archeologico-preistorico.

Città ciclopica di Arpino in Ciociaria nel Lazio Italia
Mura poligonali di Arpino

Andiamo a scoprire insieme le città ciclopiche

Mura poligonali o ciclopiche di Alatri in Ciociaria nel Lazio Italia

Le mura di Alatri

Una delle acropoli più affascinanti dell'Italia. Le sue gigantesche mura dalle monumentali porte di pietra circondano per intero la cima della collina. Ma qual era la loro funzione? Erano solo mura di difesa? Oppure, avevano uno scopo più "scientifico"?

Le mura di Cori

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