Tutti sono
attratti dai vulcani: testimoni più o meno silenti dell’indomita e
incontrastabile potenza della natura. Scosse di terremoto, incremento del
livello dell’acqua nei laghi delle caldere, valanghe di fango, esplosioni,
eruzioni, pennacchi di fumo sono solo i sintomi di ciò che in realtà avviene
sotto i nostri piedi. Molti vulcani nel territorio italiano, però, sono ormai
estinti e hanno lasciato dei fenomeni a dir poco impressionanti ed emozionanti.
Uno di questi è proprio il Vulcano Sabatino, nell’area che 600.000 anni fa si
estendeva dai Monti della Tolfa al Monte Soratte. Un enorme complesso vulcanico
le cui bocche di fuoco hanno dato origine ai Laghi di Bracciano e di Vico.
attratti dai vulcani: testimoni più o meno silenti dell’indomita e
incontrastabile potenza della natura. Scosse di terremoto, incremento del
livello dell’acqua nei laghi delle caldere, valanghe di fango, esplosioni,
eruzioni, pennacchi di fumo sono solo i sintomi di ciò che in realtà avviene
sotto i nostri piedi. Molti vulcani nel territorio italiano, però, sono ormai
estinti e hanno lasciato dei fenomeni a dir poco impressionanti ed emozionanti.
Uno di questi è proprio il Vulcano Sabatino, nell’area che 600.000 anni fa si
estendeva dai Monti della Tolfa al Monte Soratte. Un enorme complesso vulcanico
le cui bocche di fuoco hanno dato origine ai Laghi di Bracciano e di Vico.
In prossimità del
Lago di Bracciano, c’è il Monumento Naturale della Caldara di Manziana, uno dei
biotipi più importanti dell’Italia centrale per geologia e vegetazione e, a
nostro avviso, uno dei luoghi più interessanti d’Italia. Il nome “caldara” deriva
dal fatto che si trova all’interno di una caldera vulcanica e, per questo
motivo, ospita una palude molto particolare. Sì, perché le polle d’acqua bianca
che occupano la palude creano dei piccoli geyser! È come se fosse una pentola
d’acqua messa sui fornelli alla massima potenza. Questo fenomeno affascinante è
dovuto ad emissioni gassose il cui componente principale è il biossido di
carbonio che, rilasciato dalle rocce fuse del Mantello Terrestre, trova una via
di fuga verso la superficie. Le pozze di questo monumento naturale sono di
colore bianco, il che è dovuto ad una cospicua presenza di zolfo. Il suo odore
penetrante aleggia per tutta l’area e le rocce tufacee di colore rossiccio le
danno un sentore primordiale.
Lago di Bracciano, c’è il Monumento Naturale della Caldara di Manziana, uno dei
biotipi più importanti dell’Italia centrale per geologia e vegetazione e, a
nostro avviso, uno dei luoghi più interessanti d’Italia. Il nome “caldara” deriva
dal fatto che si trova all’interno di una caldera vulcanica e, per questo
motivo, ospita una palude molto particolare. Sì, perché le polle d’acqua bianca
che occupano la palude creano dei piccoli geyser! È come se fosse una pentola
d’acqua messa sui fornelli alla massima potenza. Questo fenomeno affascinante è
dovuto ad emissioni gassose il cui componente principale è il biossido di
carbonio che, rilasciato dalle rocce fuse del Mantello Terrestre, trova una via
di fuga verso la superficie. Le pozze di questo monumento naturale sono di
colore bianco, il che è dovuto ad una cospicua presenza di zolfo. Il suo odore
penetrante aleggia per tutta l’area e le rocce tufacee di colore rossiccio le
danno un sentore primordiale.
Non ci aspettavamo
un ambiente tanto suggestivo dopo il breve tratto del percorso naturalistico
che passa attraverso una boscaglia rigogliosa e si estende fino ad un boschetto
di betulle bianche, una varietà di alberi rari in Italia poiché crescono principalmente
nella tundra siberiana. Il caldo estivo della palude fangosa ci ha accolti, posandosi
sulla nostra pelle sudata, e ci ha trasportato agli albori della Terra, periodo
in cui il nostro pianeta era un ammasso infuocato ricoperto di vulcani in
continua esplosione come i bubboni della peste! Il rombo dell’acqua che bolle
sovrastava qualsiasi suono e catturava la nostra attenzione, tanto che non
avevamo la minima intenzione di andarcene. Abbiamo passeggiato in lungo e in
largo, ammirando persino piccoli fori nel terreno di torba umida che friggevano
come olio bollente.
un ambiente tanto suggestivo dopo il breve tratto del percorso naturalistico
che passa attraverso una boscaglia rigogliosa e si estende fino ad un boschetto
di betulle bianche, una varietà di alberi rari in Italia poiché crescono principalmente
nella tundra siberiana. Il caldo estivo della palude fangosa ci ha accolti, posandosi
sulla nostra pelle sudata, e ci ha trasportato agli albori della Terra, periodo
in cui il nostro pianeta era un ammasso infuocato ricoperto di vulcani in
continua esplosione come i bubboni della peste! Il rombo dell’acqua che bolle
sovrastava qualsiasi suono e catturava la nostra attenzione, tanto che non
avevamo la minima intenzione di andarcene. Abbiamo passeggiato in lungo e in
largo, ammirando persino piccoli fori nel terreno di torba umida che friggevano
come olio bollente.
L’area ha sempre
incuriosito e interessato le diverse popolazioni per motivi religiosi. Il nome
Manziana, infatti, deriva dal dio etrusco Manth, in latino Mantus,
dio degli Inferi, in quanto le acque sulfuree della zona erano considerate
dagli Etruschi un’emanazione del misterioso mondo sotterraneo. Un mondo che ha
affascinato le popolazioni di ogni epoca, suscitandone le fantasie più sfrenate.
Cosa che è accaduto anche a noi. Creature demoniache, draghi sputafuoco, mostri
di lava… Nonostante quest’accezione terrificante, la caldara ha sempre attratto
la gente anche per gli effetti curativi delle sue acque e dei suoi fanghi. Le
persone raggiungevano la caldera per curare i propri malanni attraverso
l’immersione nelle acque e, fino alla metà del XX secolo, vi veniva condotto il
bestiame per praticare dei bagni purificatori. Inoltre, sembra che persino le
legioni romane si stanziassero nella caldara proprio per purificarsi dopo
lunghe campagne militari.
incuriosito e interessato le diverse popolazioni per motivi religiosi. Il nome
Manziana, infatti, deriva dal dio etrusco Manth, in latino Mantus,
dio degli Inferi, in quanto le acque sulfuree della zona erano considerate
dagli Etruschi un’emanazione del misterioso mondo sotterraneo. Un mondo che ha
affascinato le popolazioni di ogni epoca, suscitandone le fantasie più sfrenate.
Cosa che è accaduto anche a noi. Creature demoniache, draghi sputafuoco, mostri
di lava… Nonostante quest’accezione terrificante, la caldara ha sempre attratto
la gente anche per gli effetti curativi delle sue acque e dei suoi fanghi. Le
persone raggiungevano la caldera per curare i propri malanni attraverso
l’immersione nelle acque e, fino alla metà del XX secolo, vi veniva condotto il
bestiame per praticare dei bagni purificatori. Inoltre, sembra che persino le
legioni romane si stanziassero nella caldara proprio per purificarsi dopo
lunghe campagne militari.
Dunque, perché lasciare
nell’anonimato un luogo tanto importante e interessante? Gli enti, oltre a
renderlo un monumento naturale, hanno provato a creare una zona naturalistica
con tanto di cartelli esplicativi. Ma è del tutto abbandonata al disinteresse
generale! Solo pochi escursionisti e ciclisti attratti da quest’area
particolare popolano i suoi sentieri. È stata scelta persino come location
cinematografica! Questo luogo tanto affascinante colpirebbe anche le menti
fertili dei bambini… E allora perché non provare?