PALAZZO ALTIERI E ANTICA MONTERANO

Regione: Lazio

Origini: 1672, su
una fortezza del XII/XIII secolo

Altitudine: 285
metri s.l.m.

 

Facciata del Palazzo Altieri, con la Fontana del Leone

Nel cuore pulsante
della città fantasma più famosa del Lazio, si nasconde un edificio ormai
in rovina che cerca ancora di innalzare il suo scheletro verso la volta celeste,
incurante del fatto che non c’è più alcun abitante a contemplare la sua
magnificenza. Il leone della fontana che giace ai suoi piedi rimane ancora lì,
un cane da guardia che protegge la dimora dei suoi padroni.

Palazzo Altieri si
trova nel punto più alto della collina, fiero e sprezzante del tempo che passa
e che lo sgretola piano piano. Ma chi non farebbe lo stesso, se fosse stato
progettato da un personaggio famoso?

Sì, perché il
palazzo e la Fontana del Leone, di cui è visibile la replica, sono famosi per
essere stati delle creazioni di Bernini in persona, ingaggiato dalla
famiglia Altieri, nella seconda metà del XVII secolo. Natura e artificio si
fondono in perfetta armonia, proprio come piaceva al Bernini. Tuttavia, il
primissimo scheletro del palazzo è probabilmente una fortezza dell’VIII secolo,
in quanto Antica Monterano era sede vescovile.

Parte posteriore del Palazzo Altieri

Abbiamo parcheggiato
all’inizio del sentiero che conduce al borgo con delle aspettative molto
elevate. E le aspettative possono andar bene per chi, come noi, ha l’animo da
esploratore e non il banale desiderio di scattare due selfie per poi fuggire.
Tuttavia, non siamo stati molto felici nel constatare la continua affluenza di
visitatori. Intere famiglie andavano e venivano. È bello condividere con degli
sconosciuti le emozioni di un viaggio, ma quando le persone cominciano a essere
troppe i sensi perdono la concentrazione necessaria a percepire l’energia
storica e l’energia naturale dei luoghi. È stato questo ad incrinare leggermente
la percezione emotiva che abbiamo avuto di Antica Monterano. Ci è piaciuta
molto, ma ci ha emozionato di meno di altri borghi fantasma.

Ci siamo fatti
strada sul sentiero, superando l’acquedotto del XVII secolo. Tra un passo e l’altro
sbirciavamo su internet in cerca di informazioni sul luogo, in quanto non
avevamo studiato la sua storia in anticipo come facciamo di solito. Eravamo a
conoscenza della Chiesa di San Bonaventura, al cui interno è cresciuto un
grande albero
, verso la cima del colle

Interni della Chiesa di San Bonaventura

e della fontana del Bernini di fronte alla chiesa.

Scorcio della fontana del Bernini

Ma, non appena siamo sbucati fuori
dalle rovine delle abitazioni del borgo antico, siamo capitati a passeggiare davanti
alla loggia a sei arcate di Palazzo Altieri per puro caso.  Stavamo leggendo che questo borgo fantasma è
stato usato come location di film come “Il marchese del Grillo”, “Lady
Hawke” e “Ben Hur” quando abbiamo alzato gli occhi e ci siamo ritrovati di
fronte alla sagoma di un leone.

Il villaggio di
Antica Monterano fu completamente abbandonato nel 1799. L’anno
precedente le truppe francesi erano entrate a Roma e avevano soppiantato il
potere temporale della Chiesa, occupandone i territori. Una lite tra gli
abitanti del borgo di Monterano e quelli di Tolfa riguardo a un carico di grano
sollecitò le truppe francesi a saccheggiare e poi incendiare entrambi i
borghi. A Monterano rimasero così pochi abitanti che venne a mancare la
sussistenza del paese, fino al punto che non ebbe più senso rimanere. Andarono
via tutti. Come sangue privo di globuli rossi, come un’auto priva di benzina,
venne meno l’energia pulsante del villaggio, che morì rapidamente. Il suo
cadavere è ancora visibile più di duecento anni dopo, decadente, diroccato, ma
per questo ancor più affascinante.

La leggenda
racconta che l’abbandono del borgo non fu causato dall’esercito francese, ma
nientemeno che… dal demonio. Il ponte che univa il colle di Monterano con la
terraferma continuava a crollare a causa del forte vento e delle condizioni
climatiche avverse. Per avere un ponte stabile che permettesse loro di
attraversare il fossato, gli abitanti di Monterano decisero di fare un patto
col diavolo: se Egli avesse donato loro un ponte eterno, avrebbero sacrificato
buoi e capre in suo onore.

Acquedotto del XVII secolo che si incontra lungo il sentiero

La notte della
costruzione del ponte da parte del demonio, gli abitanti si divertirono a
banchettare con gli animali invece di offrirli come doni sacrificali. Per
vendicarsi della mancata promessa, il diavolo scagliò una pestilenza su
Monterano e tutto il villaggio fu sterminato. A ricordo di questo
episodio, ci sono dei bassorilievi sul vecchio ponte in cui un demone afferra
un essere umano e sgozza una mucca.

Il fantasma di Monterano,
però, non è la leggenda del diavolo. Il fantasma di Monterano è un fenomeno
acustico
. Sembra che avvicinandosi al borgo si oda una campanella suonare e
che nessuno, nemmeno la gente della zona, ammetta di udirla. Forse, come noi,
sono troppo abituati all’idea che in un’area costellata da campi rigogliosi ci
siano dei pascoli con le campanelle al collo e i sensi finiscono per non
accorgersi nemmeno della presenza di quel suono sovrannaturale? O si tratta
dello spettro di Caronte che scorta all’Inferno le anime maledette di Monterano
e le convoca una alla volta con la campanella? Oppure è la presenza di qualche
antico pastore, che continua a raccogliere il gregge nella morte come in vita?
O, ancora, è la presenza di un monaco che per l’eternità continuerà a suonare
la campanella di un convento in una dimensione parallela? Potremmo immaginare
decine di situazioni, ma quello che conta è sapere che le tracce lasciate
dai morti non sono necessariamente fisiche
, visibili. Spesso sono semplici
suoni, o voci, rimasti incastrati nelle pieghe dello spazio-tempo e destinati a
riecheggiare in eterno.

0
Seguici anche qui

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Follow by Email
Instagram
Torna in alto