Analogamente a
Pompeii, la città di Ostia è una delle aree archeologiche più bersagliate
dal turismo di massa e capace di raccontare la storia millenaria dell’impero di
Roma. A 3 km da uno dei litorali più famosi del Lazio, questo enorme sito ha
superato innumerevoli generazioni ed è stato testimone silente di altrettanti cambiamenti
geografici. Difatti, fino al Medioevo, il fiume Tevere scorreva placido dove
oggi si trova la Via Ostiense e si tuffava a delta nel Mar Tirreno subito oltre
le mura cittadine. E proprio per questa vicinanza allo sbocco del Tevere, fu
assegnato alla città il nome di Ostium, ovvero bocca di fiume o foce,
una bocca che assunse un’enorme importanza commerciale e strategica nel corso
dei secoli.
Pompeii, la città di Ostia è una delle aree archeologiche più bersagliate
dal turismo di massa e capace di raccontare la storia millenaria dell’impero di
Roma. A 3 km da uno dei litorali più famosi del Lazio, questo enorme sito ha
superato innumerevoli generazioni ed è stato testimone silente di altrettanti cambiamenti
geografici. Difatti, fino al Medioevo, il fiume Tevere scorreva placido dove
oggi si trova la Via Ostiense e si tuffava a delta nel Mar Tirreno subito oltre
le mura cittadine. E proprio per questa vicinanza allo sbocco del Tevere, fu
assegnato alla città il nome di Ostium, ovvero bocca di fiume o foce,
una bocca che assunse un’enorme importanza commerciale e strategica nel corso
dei secoli.
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Uno scorcio sulle rovine di attività commerciali |
Il “Porto di Roma”
fu, secondo la tradizione antica, la prima colonia romana fondata nel 620 a.C.
dal re Anco Marzio. In realtà, Ostia sorse sulla costa come accampamento militare
fortificato o castrum nel IV secolo a.C. vicino alle saline presenti
presso la foce del Tevere. Si sviluppò probabilmente come base navale e ricoprì
un importante ruolo durante la prima guerra punica. Durante il II secolo a.C.
prevalse la sua mansione di porto commerciale, specialmente per le importazioni
di grano nella città di Roma, e da qui la conseguente espansione demografica.
fu, secondo la tradizione antica, la prima colonia romana fondata nel 620 a.C.
dal re Anco Marzio. In realtà, Ostia sorse sulla costa come accampamento militare
fortificato o castrum nel IV secolo a.C. vicino alle saline presenti
presso la foce del Tevere. Si sviluppò probabilmente come base navale e ricoprì
un importante ruolo durante la prima guerra punica. Durante il II secolo a.C.
prevalse la sua mansione di porto commerciale, specialmente per le importazioni
di grano nella città di Roma, e da qui la conseguente espansione demografica.
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Uno dei mosaici all’interno delle terme, raffigurante mostri marini |
A partire dal I
secolo d.C. l’attività del porto di Ostia, tuttavia, cominciò a vacillare e nel
III secolo una crisi portò ad un calo della popolazione. Così, il centro delle
attività economiche si spostò nella vicina Porto, sulla sponda sinistra del
Tevere. Per tentare di riportarla in auge, Ostia venne trasformata pertanto in un lussuoso centro residenziale, nonostante
la sanità che andava scarseggiando e la decadenza alle porte.
secolo d.C. l’attività del porto di Ostia, tuttavia, cominciò a vacillare e nel
III secolo una crisi portò ad un calo della popolazione. Così, il centro delle
attività economiche si spostò nella vicina Porto, sulla sponda sinistra del
Tevere. Per tentare di riportarla in auge, Ostia venne trasformata pertanto in un lussuoso centro residenziale, nonostante
la sanità che andava scarseggiando e la decadenza alle porte.
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Alcune delle insulae meglio conservate di Ostia |
Alla fine del V
secolo l’acquedotto che riforniva la città di acqua potabile smise di
funzionare, nel 537 i Goti assediarono Ostia e i Saraceni la saccheggiarono nell’846.
Ostia venne definitivamente abbandonata e utilizzata solamente come cava di
marmi antichi durante tutto il Medioevo.
secolo l’acquedotto che riforniva la città di acqua potabile smise di
funzionare, nel 537 i Goti assediarono Ostia e i Saraceni la saccheggiarono nell’846.
Ostia venne definitivamente abbandonata e utilizzata solamente come cava di
marmi antichi durante tutto il Medioevo.
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Una taberna provvista ancora di marmi e mosaici |
Ma se da una parte
il fiume Tevere ha fatto la fortuna di Ostia, ha contribuito anche alla sua
rovina. Le continue esondazioni mettevano a dura prova la vita e l’economia
della città. Anche l’inesorabile avanzare della costa aiutò Ostia a venir meno
ai propri compiti. Le correnti marine che spazzavano verso l’entroterra e
l’abbandono a cui era andata incontro, fecero sì che venisse sepolta da strati
di sabbia. L’unico edificio a testimoniarne l’esistenza fu il Capitolium
che spuntava dalla terra, un faro che ricordava ai viandanti che lì sotto si
trovavano i ruderi di quella che un tempo era stata Ostia.
il fiume Tevere ha fatto la fortuna di Ostia, ha contribuito anche alla sua
rovina. Le continue esondazioni mettevano a dura prova la vita e l’economia
della città. Anche l’inesorabile avanzare della costa aiutò Ostia a venir meno
ai propri compiti. Le correnti marine che spazzavano verso l’entroterra e
l’abbandono a cui era andata incontro, fecero sì che venisse sepolta da strati
di sabbia. L’unico edificio a testimoniarne l’esistenza fu il Capitolium
che spuntava dalla terra, un faro che ricordava ai viandanti che lì sotto si
trovavano i ruderi di quella che un tempo era stata Ostia.
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Le arcate del Calidarium |
E per fortuna,
oseremmo dire! Senza questo colosso parzialmente interrato non avremmo potuto
passeggiare sul basolato delle strade circondati dal rumore di ruote dei carri
e dallo scalpiccio dei cavalli, non avremmo potuto sostare all’ombra di alcune
delle insulae meglio conservate del mondo romano con intatti ben tre piani
di scale, non avremmo potuto frequentare le cauponae ancora affrescate per
scoperchiare le olle, sederci ai banchi e cucinare ai piani cottura che
trasudano energia antica. Le botteghe del mercato, il foro con gli edifici
pubblici, le terme, il teatro. Tutto sembra brulicante di vita. Nell’aria si percepiscono
ancora lo zampillo dell’acqua, il mulinello di voci dei mercanti, la composta
retorica di governatori e ministri, le risate e i sospiri degli spettatori
delle opere greche e latine.
oseremmo dire! Senza questo colosso parzialmente interrato non avremmo potuto
passeggiare sul basolato delle strade circondati dal rumore di ruote dei carri
e dallo scalpiccio dei cavalli, non avremmo potuto sostare all’ombra di alcune
delle insulae meglio conservate del mondo romano con intatti ben tre piani
di scale, non avremmo potuto frequentare le cauponae ancora affrescate per
scoperchiare le olle, sederci ai banchi e cucinare ai piani cottura che
trasudano energia antica. Le botteghe del mercato, il foro con gli edifici
pubblici, le terme, il teatro. Tutto sembra brulicante di vita. Nell’aria si percepiscono
ancora lo zampillo dell’acqua, il mulinello di voci dei mercanti, la composta
retorica di governatori e ministri, le risate e i sospiri degli spettatori
delle opere greche e latine.
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Il teatro ancora intatto |
Tutti questi suoni
si rincorrono ancora sopra la città, trasportati dalla brezza marina, e
riescono a catapultare il visitatore nella loro epoca.
si rincorrono ancora sopra la città, trasportati dalla brezza marina, e
riescono a catapultare il visitatore nella loro epoca.
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Uno dei magazzini commerciali, l’Horrea Epagathiana et Epaphrodithiana |
I numerosi abitanti dei
sarcofagi che precedono le mura cittadine rimarranno per sempre incisi sulle
pagine della storia, uomini comuni che hanno contribuito allo sviluppo e alla
magnificenza dell’Impero Romano e hanno lasciato a testimonianza questo immenso
patrimonio di edifici e Storia. La domanda sorge spontanea: noi cosa stiamo
costruendo? O meglio: cosa stiamo lasciando?
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sarcofagi che precedono le mura cittadine rimarranno per sempre incisi sulle
pagine della storia, uomini comuni che hanno contribuito allo sviluppo e alla
magnificenza dell’Impero Romano e hanno lasciato a testimonianza questo immenso
patrimonio di edifici e Storia. La domanda sorge spontanea: noi cosa stiamo
costruendo? O meglio: cosa stiamo lasciando?