valle giacciono da secoli le Necropoli di Norchia: senza dubbio uno dei siti
etruschi più suggestivi e ricchi di fascino della Tuscia laziale. Celate da un
fitto boschetto che ricopre le due pareti tufacee nella quale sono scolpite,
queste “città dei morti” si schiudono al visitatore in tutto il loro splendore,
sfoggiando ancora oggi con vanto le fattezze delle diverse tombe quasi
completamente intatte. Di Norchia non si conosce né il nome etrusco, né quello
romano, sebbene si pensi possa trattarsi di Orclae. Grazie alla sua posizione
strategica, difesa naturalmente su tre lati, l’area delle Necropoli di Norchia
venne abitata sin dall’epoca protostorica e preistorica e continuò ad esserlo
con il villaggio fortificato protovillanoviano, con l’abitato etrusco e infine
con i romani, sebbene in epoca repubblicana iniziò la sua decadenza.
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Veduta della Necropoli del Pile |
Sono quattro le
principali necropoli nel territorio di Norchia: la Necropoli del Pile, la
Necropoli di Acqualta, le Necropoli del Biedano a nord e del Biedano a sud. Le
prime due, le più mozzafiato e le più semplici da raggiungere, sono quelle di
cui parleremo. Norchia sorgeva lungo la Via Clodia ed è un complesso di tombe davvero
molto esteso, circa 150 ettari in tutto, in cui la segnaletica sentieristica è
praticamente assente! Il sentiero principale che scende verso la valle è
interamente ricavato nel tufo. Per fortuna ci sono delle ringhiere in ferro per
agevolare la discesa. Noi ci siamo avventurati in queste rovine per ben due
volte. Nel primo pianoro tufaceo, su cui ci si ritrova a camminare seguendo il
percorso, si scorgono delle tombe ipogee (ovvero scavate sottoterra) molto
affascinanti, in quanto si trovano su uno spazio sopraelevato rispetto alle
altre tombe della Necropoli del Pile, che si incontra continuando a scendere a
valle.
fine del IV secolo a.C., dunque al periodo etrusco-ellenista, la Necropoli del
Pile è la più stupefacente delle due. Le tombe hanno mantenuto la loro forma
originaria quasi invariata, se non per il crollo di qualche sezione.
Piedistalli di colonne, resti di antichi porticati, decorazioni che seguono i
lati degli edifici, scalinate, antiche terrazze per riti e sacrifici… tutto
ciò, e anche di più, fa della Necropoli del Pile una perla da salvaguardare! La
pace che regna in questo luogo è palpabile e la Storia è incisa su ogni
scanalatura del tufo. La maestosità del sito è evidente anche all’occhio
inesperto e riesce a far innamorare anche il non appassionato.
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Sezione della Necropoli del Pile, con terrazzamenti per riti e sacrifici |
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Particolare della Tomba Prostila |
Giunti a valle, si
può scegliere se proseguire a sinistra verso il pianoro in cui sorgeva l’ormai
inesistente abitato etrusco (che noi abbiamo percorso la prima volta che
abbiamo visitato l’aera), in cui si possono trovare: i resti del Castello dei Di
Vico, edificato nel XII secolo;
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Veduta del Castello dei Di Vico |
le porte di accesso alla Via Clodia, della
quale si possono ancora vedere alcuni tratti; un colombario a picco sul fiume
Biedano
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Colombario romano |
e le rovine dell’antica Chiesa longobarda di San Pietro, risalente al
IX secolo, edificata su un precedente tempio etrusco-romano.
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Absidi della Chiesa longobarda di San Pietro |
Altrimenti, si
prende la svolta a destra per arrivare alla Necropoli dell’Acqualta: l’altra
stupefacente necropoli, in cui si possono ammirare i meravigliosi bassorilievi
di Gorgoni, simbolo del potere della vita e della morte, e personaggi mitologici che corrono lungo la facciata dei due timpani.
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Timpano sinistro con raffigurazioni di eroi mitologici |
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Particolare della testa della Gorgone |
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Timpano destro con raffigurazioni di eroi mitologici |
Risalente anch’essa al periodo etrusco-ellenista della fine del IV secolo a.C.,
l’influenza greca è decisamente più evidente! Le tombe sono state scolpite
secondo il gusto dell’epoca: a tempio dorico! Ebbene sì, anche gli Etruschi,
come tutti gli altri popoli che li precedettero e li seguirono, amavano le
tendenze… Ed esistono soltanto altri due tipi di Tombe a Tempio Dorico in tutta
l’Etruria, i quali si trovano a Sovana!
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Fabiano di fronte alla Tomba a Tempio Dorico della Necropoli dell’Acqualta |
Naturalmente, come ogni altro sito italiano dislocato dai centri urbani,
queste necropoli sono lasciate in totale abbandono. L’utilizzo dell’area da
parte dei militari come poligono di tiro e il disinteressamento dei locali nei
confronti della cultura e della storia dell’Italia ha causato più danni in 40
anni rispetto ai 2.500 anni trascorsi da quando il sito fu costruito! Inoltre, qualche
locale infastidito da questo “via vai” di gente per l’area (durante le nostre
due lunghe visite non abbiamo trovato anima viva, sebbene fosse
primavera/estate!) ha avuto la brillante idea di chiudere il luogo al pubblico
con una recinzione, come se fosse il padrone indiscusso di questo patrimonio
storico italiano, nonostante l’area sia divisa a metà tra proprietà pubblica e
privata e la legge preveda che i privati debbano occuparsi della salvaguardia
dei luoghi storici! Speriamo con tutto il cuore che questa recinzione sancisca
un intento positivo per risollevare le Necropoli di Norchia dal loro stato
attuale e che non sia solamente un velenoso accanimento da parte di gente
ignorante, la quale dovrebbe starsene a zappare la terra, zitta e con la testa
china, se non comprende il reale potenziale di un sito archeologico di tale
importanza! Noi, come tutti gli altri escursionisti appassionati di storia e
natura, aspettiamo con ansia un provvedimento da parte delle istituzioni competenti
e degli stessi privati. Altrimenti, sarebbe la solita situazione italiana in
cui nessuno fa nulla, mentre uno Stato maggiormente interessato alla cultura
avrebbe salvaguardato, gestito e promosso un’area di rilevanza mondiale, e le
poche foto che si hanno delle Necropoli di Norchia rischierebbero di
documentare un sito in via d’estinzione.