Nel cuore della città eterna, all’interno del Parco regionale suburbano dell’Appia Antica, si trova il Parco degli Acquedotti. Di cosa si tratta? Di un’enorme area verde pubblica ‘creata’ intorno alle imponenti rovine di diversi acquedotti. Fin qui ci si poteva benissimo arrivare da soli.
Ma quanti di voi sapevano che il più antico degli acquedotti romani presenti nel parco risale alla fine del III secolo a.C.? L’Anio Vetus è infatti presente nel suo tratto sotterraneo. Questi colossi dell’ingegneria sono i testimoni più attendibili dell’avanzata tecnologia romana. I loro tratti esterni si estendono per chilometri e si sfruttava l’inclinazione del terreno per approvvigionare Roma di acqua potabile.
Nel suo territorio si incontrano ben sette acquedotti. L’Anio Vetus è il secondo acquedotto costruito dai Romani. L’Aqua Marcia è il terzo. L’Aqua Tepula il quarto e ultimo acquedotto dell’epoca repubblicana. Da qui in poi, iniziano gli acquedotti di epoca imperiale. L’Aqua Iulia è il quinto acquedotto, a cui nel Rinascimento si sovrappose l’Aqua Felice. L’Aqua Claudia è l’ottavo acquedotto romano, a cui sovrappose l’Anio Novus, completato nel 52 d.C.
Inoltre, è un luogo così intenso da essere scelto come set cinematografico per diversi film, tra cui: La grande bellezza, Il Marchese del Grillo e La dolce vita.
La prima volta che abbiamo passeggiato nel parco era in un giorno di fine primavera, sotto l’ombra fresca di quei giganti millenari. I nostri sensi erano rilassati e in comunione con quell’atmosfera romantica, conferita soprattutto dalla commistione di natura e rovine. Ci sentivamo talmente piccoli e insignificanti al loro cospetto…
Questa cosa ci ha fatto riflettere sulla vita… Viviamo per così poco, senza neppure guardarci intorno. Pensiamo soltanto ai nostri problemi e al nostro egoistico piacere.
Mentre fuori c’è un mondo da scoprire e proteggere per le sue bellezze, testimonianze che hanno avuto i nostri stessi problemi e i nostri stessi egoistici piaceri, seppure in epoche diverse…
Nonostante sia una zona molto gettonata dai romani e dai turisti, viene spesso sottovalutata per la sua importanza storica. Non viene, perciò, rispettata come dovrebbe. Già prima che diventasse area pubblica negli anni ’70, la zona pullulava di baraccopoli che si addossavano agli acquedotti. Sebbene le rovine furono restaurate, il parco venne abbandonato, favorendo la costruzione di nuovi edifici abusivi.
Oggi questo luogo stupendo è, per fortuna, meta turistica per chi vuole rilassarsi sotto il sole, per chi vuole fare sport o, ancora, per chi vuole passare un pomeriggio romantico ammirando il tramonto dietro agli acquedotti. Il tramonto dal Parco degli Acquedotti è uno dei più magici e bramati al mondo.
Non ci sono parole per descrivere quel manto che avvolge di arancione non solo rovine, alberi, erba, ruscelli, ma anche le nostre menti.
Ci dona emozioni così mistiche, pari a quelle conferite dai tramonti di Stonehenge e dei cerchi di pietre.
Sembra tutto così idilliaco, tranne per il fatto che, purtroppo, la gente tratta questo luogo come una discarica senza il minimo rispetto verso un’area che andrebbe protetta. Un esempio lampante di questo menefreghismo è il giorno di Pasquetta.
Il parco è pieno di persone che si godono dei pic-nic ma, una volta terminati, lasciano tutta la loro spazzatura sull’erba. Siamo piuttosto avviliti dal fatto che questa zona bellissima e importante venga trattata con tale noncuranza proprio dai romani, discendenti di quegli stessi romani che ci hanno lasciato queste meraviglie. In ogni caso, se passate da quelle parti, fatevi una passeggiata ristoratrice al Parco degli Acquedotti. Scoprirete il suo forte potere meditativo e rilassante, ma vi invitiamo a rispettarlo e mantenerlo pulito.