Immaginate di passeggiare
lungo le strade della Basilicata. Svoltate una curva e vi trovate al cospetto
della magnifica imponenza delle Dolomiti Lucane. Decidete di parcheggiare e
visitare il borgo di Pietrapertosa, le case che seguono l’andamento orizzontale
del versante della catena montuosa. Dopo diversi giri, notate un percorso che
vi porta ad ammirare il lato opposto al paese. Camminate all’ombra di quei
giganti di pietra, travolti da ondate di meraviglia e folate di paura alla
vista del panorama scosceso. Una scalinata di pietra vi conduce verso la cima. Ammirate
lo spettacolo che vi si propone davanti, valli profonde sormontate da catene montuose
frastagliate, simili alle lische di pesce. Vi voltate dall’altra parte e notate
una struttura particolare.
Un muro! Ma no, è
una torretta! Non solo, è proprio una fortezza! Una piccola fortezza bruno-rossiccia
incastonata nella roccia della dolomite, tanto da sembrare parte della montagna!
Le mura e la torretta della fortezza |
Venne eretto agli
inizi dell’XI secolo dal principe Bomar, il quale lo designò come sua residenza.
La zona, prima della riassegnazione dei confini tra i due comuni di Acerenza e Tricarico,
era abitata da Saraceni e Cristiani convertiti all’Islam. Non a caso, il nucleo
urbano che si sviluppò al di sotto del castello si chiamava Arabata, nome di origine
araba. Passati dalle mani saracene a quelle normanne e poi a quelle sveve, il feudo ed il castello
vennero consegnati prima a Guglielmo de Tournespée, il quale ha seguito Carlo d’Angiò
nella conquista del Regno di Napoli, e poi ad altre importanti famiglie, quali:
i Carafa, gli Aprano, i Sifola, i Suardo e gli Jubero.
Veduta satellitare del Castello di Pietrapertosa |
Poiché la sua funzione
mutò da fortilizio a residenza baronale nei secoli, il castello venne ampliato
su larga scala, o forse dovremmo dire su “alta” scala. Infatti, nel periodo di
massimo splendore, il castello comprendeva tre piani! La cosa forse più
interessante è il ritrovamento, poco più a valle della cinta muraria, di una
necropoli altomedievale e dei resti di un tronetto medievale in legno nella cisterna
più profonda. Purtroppo, l’abbandono che seguì dal XIX secolo causò diversi
crolli. Dobbiamo ringraziare il comune di Pietrapertosa se quel poco che rimane
del castello è ancora visitabile.
La catena delle Dolomiti Lucane viste dal castello |
a Pietrapertosa, ricordatevi di fare un salto a quel piccolo gioiello
che fa ancora da vedetta alla valle del Basento. Di sicuro sarà contento di
poter ricevere ancora qualche ospite interessato alla sua storia. Non lasciamolo
inosservato.