IL CASTELLO DI TORRE ALFINA

Regione: Lazio
Origini:
longobarde, VIII secolo
Altitudine: 602
metri s.l.m.
Il Castello di Torre Alfina dalla piazza principale
Se vi dicessimo di
pensare ai castelli delle favole Disney, qual è il primo che immaginate? A noi,
ad esempio, viene in mente il castello della Bella Addormentata. Cosa c’è di
più magico di una fortezza turrita immersa in un bosco incantato? Se l’immagine
è ben chiara nella vostra mente, vi presentiamo il Castello di Torre Alfina.

Il Castello di Torre Alfine circondato dal Bosco del Sasseto

A differenza di
quella del Castello della Bella Addormentata, la foresta privata denominata
Bosco del Sasseto, che cinge la fortezza in un verde abbraccio sul lato opposto
alle torri, non è invasa da rovi pieni di spine, ma è coperta da un
verdeggiante manto muschioso
. Gli alberi secolari dalle forme bizzarre si
alternano ai faggi, ai blocchi di roccia lavica dell’antico vulcano e alle
radici che serpeggiano nel sottobosco, e rendono questo bosco il luogo perfetto
per ospitare gnomi, elfi e fate, forze benefiche ben lontane dal rancore che
ammantava la foresta di Malefica e che contribuiscono con i loro poteri
invisibili a rendere la passeggiata sull’antico sentiero un’esperienza
rigenerante e rilassante
, tanto da essere denominato “Bosco delle Fiabe” o “Bosco
di Biancaneve” dalla National Geographic. La location è talmente suggestiva
che, il giorno della nostra visita guidata, un gruppo di attori in abiti
fiabeschi e medievali ci ha seguito lungo il percorso arricchendo l’atmosfera
col fischio dei flauti e i versi cavallereschi.

Veduta satellitare del Castello di Torre Alfina

Fu il Marchese
Edoardo Cahen, alla fine del XIX secolo, a decidere di costruirvi un sentiero,
mantenendo lo stato selvaggio del bosco. Amava così tanto quel luogo che volle
essere sepolto in una radura, in cui fece costruire un mausoleo in stile
neogotico. Ad eccezione di alcuni episodi recenti di abbandono, da quando il
bosco è sotto la tutela del comune si è cercato di non intaccare l’habitat
naturale
, perciò a nessuno è permesso spostare nemmeno un ramo spezzato o un
tronco caduto. Le fate e gli gnomi possono così vivere in pace.

Particolare del Bosco del Sasseto

Secondo quanto
riportato in un documento del ‘500, il Castello di Torre Alfina, le cui torri
spuntano tra le case del piccolo borgo omonimo (nominato dal 2007 uno dei
Borghi più Belli d’Italia), risalirebbe addirittura all’VIII secolo, l’epoca
longobarda, il che lo renderebbe uno dei castelli più antichi del Lazio, dopo
il Castello di Catino. Sembra che il nucleo principale del castello, all’epoca
costituito da una sola torre fortificata, divenne qualche secolo dopo una vera
e propria roccaforte e, prima di passare ai Bourbon e in seguito al banchiere
di Anversa Edoardo Cahen, fu residenza di campagna della famiglia Monaldeschi
per ben 500 anni. I Monaldeschi ingaggiarono gli stessi architetti del Duomo di
Orvieto per ristrutturare il castello secondo lo stile rinascimentale!

Mausoleo neogotico di Edoardo Cahen, immerso nel bosco

Passando alla
storia contemporanea, la fortezza fu acquistata dal presidente dell’Associazione
Calcistica Perugia Calcio e poi pignorata in seguito alla bancarotta del suo
proprietario. Constatando l’ottimo lavoro che sta svolgendo adesso il comune, il
quale ne è entrato in possesso di recente, siamo molto contenti che gli eventi
abbiano preso questa piega!

Il Castello di Torre Alfina visto dal viale posteriore

Prima di scoprire la
bellezza di Torre Alfina e dei suoi dintorni, non eravamo particolarmente
entusiasti di visitare quel sottile spicchio di Lazio che, come una lama,
penetra il confine tra Umbria e Toscana. Ci sembrava una terra dimenticata da
Dio. Ma il fatto che ci fossero pochi abitanti e che si sentisse parlare
raramente delle testimonianze storiche delle zone nei pressi di Acquapendente,
denominata la “Gerusalemme d’Europa” per la riproduzione medievale del
Santo Sepolcro di Cristo, ha contribuito ad accentuare la sensazione di
sorpresa
e a rendere più magica e piacevole l’atmosfera.
 Ciliegina sulla torta sono gli
interni del castello, ristrutturati tra il XIX e gli inizi del XX secolo in
stile neoclassico. Già il piano di servizio è di una bellezza mozzafiato, con
i
soffitti del corridoio affrescati
e la cucina dotata delle prime tecnologie
ottocentesche. Ma quando abbiamo percorso la
meravigliosa scalinata che
conduce al piano nobile per ritrovarci davanti a un susseguirsi di statue e
affreschi a tema stagionale di una
raffinatezza unica, i nostri occhi si
sono incontenibilmente riempiti di lacrime. Ebbene sì, eravamo in
contemplazione di
uno dei castelli più belli del Lazio, e forse di tutto il mondo.

Il corridoio delle stagioni nel piano nobile


Perché non provate ad
affascinare i vostri bambini oppure a passare una giornata romantica con la
vostra dolce metà in questo meraviglioso castello? Il Castello di Torre Alfina
ne ha per tutti i gusti
. Provare per credere!
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2 commenti su “IL CASTELLO DI TORRE ALFINA”

  1. Torre Alfina è il mio amato Paese dove sono nato e voglio omaggiare così:
    TORRE ALFINA

    la scopri all'improvviso
    Alta,austera, solitaria.
    Un'antica porta vicoli e scalette
    sapientemente selciate
    con pietra scura
    parlano al visitator della sua storia.
    Visi schietti e rubicondi
    accennano a un saluto
    Sei al Castello.
    L'affanno si placa
    su quel piazzale
    Una leggera brezza
    ti scompone i capelli
    mentre lo sguardo
    si perde laggiù
    nel verde della valle
    Angelo D'Orazio

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