Quando ci si
dirige verso Collepardo, in provincia di Frosinone, solitamente si hanno in
mente le stalattiti e le stalagmiti del famoso complesso di grotte, la dolina
carsica Pozzo d’Antullo oppure la Certosa di Trisulti. Non tutti
riescono a scorgere il paio di frecce direzionali in legno, con su incise le
preziose indicazioni per dei luoghi mistici, che sembra far parte del paesaggio
boscoso.
Dopo essere passati
a Collepardo per vedere le grotte e la dolina, il nostro ritorno non è stato
motivato dalla Certosa, di cui solo da poco abbiamo scoperto la bellezza, ma…
dagli eremi! I boschi intorno al monastero ne contano almeno due, diversissimi
l’uno dall’altro, e in quest’articolo abbiamo deciso di mostrarvene solo uno.
Fabiano di fronte al Santuario della Madonna delle Cese |
Di certo, il
misticismo dei monasteri e dei boschi selvaggi della zona, oltre al fatto che San
Domenico da Sora avesse edificato verso la fine del X secolo una prima abbazia
benedettina proprio in quella zona, ha favorito la diffusione della vita eremitica. Il Santuario della
Madonna delle Cese (dal latino caedo – tagliare, recidere,
riferito agli alberi e agli arbusti dell’area) nasce all’interno di una
grotta, usata come dimora dagli eremiti asceti. Si dice che, ben
millequattrocento anni fa, la Vergine Maria sia apparsa qui dentro, agli occhi
di un eremita, e che abbia lasciato la propria figura impressa sulla roccia. Il
dipinto che raffigurava il suo volto fu staccato nel 1600 e portato alla
Certosa di Trisulti. Secondo questa tradizione l’eremo avrebbe un’origine
antichissima, intorno al 600 d.C. Più probabilmente, secondo altre fonti,
sarebbe nato intorno all’anno mille. Dell’epoca lontana in cui gli eremiti si
isolavano nel profondo della valle, si possono ancora ammirare delle opere in
pietra abbarbicate sulla parete carsica accanto a cui è scavato il riparo.
Il riparo di roccia che accoglie il santuario nel suo abbraccio |
Come non
immaginare il forte bisogno di spiritualità che accendeva le anime inquiete di
quegli anni? Per i religiosi che conoscevano le Sacre Scritture e sapevano
contare il tempo, si avvicinava l’anno mille, la probabile fine del mondo.
Chissà quali cataclismi avrebbe portato l’Apocalisse? Sebbene il conto degli
anni dalla nascita di Cristo sia puramente arbitrario e inventato dagli uomini,
ad ogni millennio si prova la sensazione di una porta che sta per chiudersi.
Cosa troveremo dall’altra parte? Persino nel 2000, epoca di cultura diffusa e
di nuove tecnologie, pareva che il mondo avesse deciso di farla finita.
Figuriamoci come potevano sentirsi quegli uomini medievali, la cui vita
dipendeva tutta dal ciclo delle stagioni e dalla ‘Parola del Signore’…
Abbiamo visto
l’interno del santuario dalla grata di ferro, accanto a cui i fedeli, o anche i
non credenti colpiti dalla spiritualità del luogo, possono lasciare un
messaggio su carta. La bellezza di questo eremo non risiede tanto nel quadro
della Madonna sulla parete di fondo, quanto nel modo in cui il santuario è
stato incastrato perfettamente all’interno dell’ampio riparo naturale. Gran
parte degli eremi italiani che abbiamo visitato poggiano almeno un fianco della
costruzione sulla roccia, affondando le loro radici nel sottosuolo. Ma quanti
di questi furono costruiti, con tanto di tetto, sotto la
roccia?
Facciata del santuario |
con i vostri sensi la magia che si respira dopo aver varcato quel cancelletto
cigolante. Il sentiero di cemento che serpeggia nel bosco e conduce all’eremo è
facilissimo da percorrere, in circa mezz’ora, e la salita del ritorno non è
troppo faticosa. Se trovate un modo per scendere fino al ruscello che
canticchia poco sotto il santuario, pare abbia delle proprietà miracolose.