UN “TUFO” NEL PASSATO: LE VIE CAVE TRA SOVANA E PITIGLIANO

C’è un detto che
afferma: “tutte le strade portano a Roma”. Ma siamo proprio sicuri che ogni
strada porti a Roma? Noi crediamo di no. Difatti, non hanno tenuto in
considerazione quelle etrusche! Perciò ci prendiamo la briga di modificare
questo detto in: “tutte le strade romane
portano a Roma”. Eh sì, perché quelle etrusche non conducono verso il centro
della vita sociale ma, molto probabilmente, al centro di quella spirituale: le
necropoli. Dei lunghi percorsi sacri che attraversavano il mondo dei morti. Tuttavia,
non essendo presenti in altre civiltà del mondo antico, è solo una delle varie
teorie che spiegano la loro funzione se non, a nostro avviso, quella più affascinante.


Ingresso serpentino alla Via Cava Della Madonna delle Grazie

Sebbene non sia
l’unica in Italia, l’area compresa tra Sovana e Pitigliano è tempestata di
queste vie tanto particolari quanto affascinanti. Passeggiando tra le pareti
tufacee coperte di muschio, licheni e felci è come se ci si trovasse in un
mondo incantato, dove il tempo frena il suo scorrere impietoso e si sente di appartenere
ad un’epoca ormai perduta. Ed è anche questa una delle ragioni per cui nel
Medioevo era consuetudine scavare delle nicchie lungo il tratto delle vie cave,
al cui interno venivano inseriti statuine o affreschi di santi in grado di
scacciare i demoni di un passato oscuro e dannato… Ma ciò non fa altro che
accrescere il loro fascino e la loro unicità.

Scalinata della Via Cava dellAnnunziata

In questo articolo
vi proponiamo un vasto assortimento di “tagliate” etrusche nella Maremma toscana,
delle immense ferite scavate a mano nella roccia tufacea con alberi e alti
arbusti che sorreggono il soffitto della volta celeste. Sono dei corridoi
semi-sotterranei che sembrano avvicinare l’uomo agli dei della terra e agli
antenati. Intorno a Pitigliano, un bel paesino di origine etrusca costruito su
uno sperone tufaceo e circondato da mura medievali (troverete presto un articolo a riguardo), ci sono diverse ‘tagliate’,
una più bella dell’altra.
Il nostro giro è
iniziato dalla Via Cava di Poggio Cani, in cui si intuisce la sua funzione prettamente
cimiteriale. Questa incantevole ‘tagliata’ si snoda in varie direzioni, creando
suggestivi incroci e bivi, le cui pareti sono butterate da numerose tombe
etrusche, ora adibite a cantine dai paesani. Ci ha sempre rapito la mescolanza
tra antico e ‘moderno’ e l’idea del riciclaggio di un luogo storico. La Via
Cava di Poggio Cani è un esempio di come l’uomo abbia la propensione a
riutilizzare uno spazio per le proprie necessità.


Tratto della Via Cava di Poggio Cani con tombe etrusche

Abbiamo proseguito
verso la stupenda Via Cava di Fratenuti, una ‘tagliata’ di dimensioni piuttosto
importanti che si insinua in un fitto boschetto. Lo scorrere placido del fiume
Lente, che bisogna guadare aiutandosi con un sentiero costituito da pietre
rialzate, rende l’atmosfera pacifica e ci si ritrova a voler rimanere lì per
ascoltare il sospiro della Natura. Seguendo un sentiero, si viene inghiottiti
poco dopo nei lunghi corridoi serpentini della via cava, circondati dalle alte
pareti verticali. Ma ciò che più attira l’occhio del curioso sono i segni
tracciati nel tufo e che seguono tutto il corso sinuoso della ‘tagliata’, tra
cui una canaletta di scolo dell’acqua piovana. 

Via Cava dei Fratenuti

Poco distante si
trova la misteriosa Via Cava di San Giuseppe, chiamata così poiché, verso la
fine della via, è presente un’edicola con un dipinto raffigurante San Giuseppe
sulla sommità di un’arcata, formata dal crollo di un masso tufaceo. Tra le
‘tagliate’ di questo articolo, la Via Cava di San Giuseppe è l’unica ad avere
ancora un santino a protezione dei viaggiatori cristiani dalle imboscate dei
demoni pagani che infestano quelle strade. Varcata quella “porta della salvezza
divina” ci si trova di fronte ad una bellissima scalinata etrusca! Sui gradini,
nonché sul resto della via, sono state lasciate le impronte degli zoccoli degli
asini che li hanno percorsi in un passato tanto lontano quanto ancora presente
negli echi cadenzati dei loro passi. Oltre alla presenza di una piccola
necropoli, questa ‘tagliata’ venne usata come via di collegamento tra
Pitigliano e Sovana e veniva utilizzata dai pitiglianesi nel secolo scorso per
la processione di San Giuseppe che si teneva ogni 19 marzo, a partire proprio
dall’effigie del santo.

Via Cava di San Giuseppe ed effigie del santo, in alto a sinistra, più oltre la scalinata etrusca
Via Cava di San Giuseppe

Qualche centinaio
di metri più in là, abbiamo imboccato la Via Cava dell’Annunziata, un
suggestivo sentiero in salita immerso nel verde di un boschetto che porta fino
a Sovana. Le sue curve sinuose danno l’impressione di essere all’interno di un
serpente gigante, che si inerpica sul colle opposto a quello su cui sorge
Pitigliano (chissà, forse per fuggire dall’effigie di San Giuseppe). In alcuni
tratti abbiamo rischiato più volte di inciampare poiché i detriti invadono la
‘carreggiata’. In altri, invece, la strada si restringe così tanto che sembra
impossibile passarci. Ma anche qui sta il fascino caratteristico degli
etruschi, i quali ci hanno lasciato persino in questa via cava diverse
scalinate e tombe! Il tutto circondato da pareti ricoperte di un muschio
brillante…




Un tratto ristretto della Via Cava dellAnnunziata

Tornati ai piedi
di Pitigliano, si prende un sentiero che porta alla meravigliosa Via Cava della
Madonna delle Grazie. Dopo un emozionante tornante di un verde acceso, ci siamo
immersi nella strada serpeggiante in cui il vento trasporta i sussurri
ammalianti della Natura. È una passeggiata nella fitta penombra della
vegetazione. I raggi solari penetrano a malapena quel velo e colpiscono la
sommità delle pareti tufacee, formando un caleidoscopio multicolore.




Tornante iniziale della Via Cava della Madonna delle Grazie

Spostandoci verso
Sovana, la concentrazione più importante di queste vie cave si trova
all’interno della Necropoli di Sovana e la collegano alle altre necropoli della
zona. Si tratta di una delle ‘città dei morti’ etrusche di grande rilievo, in
quanto Sovana fu un significativo insediamento etrusco.
La Via Cava detta
“Il Cavone” percorre tutta la necropoli verso il Monte Amiata ed è intersecata
da altre vie secondarie, un’antica autostrada dotata di varie uscite. È una
delle strade etrusche più monumentali che si hanno in Italia e, addentrandosi
nel suo cuore, si prova la tipica sensazione di protezione e serenità che
infondono le vie cave. A metà percorso, oltrepassata una nicchia di epoca
medievale che conteneva un’immagine sacra, è visibile un’iscrizione etrusca, Vertna,
la quale è riconducibile ad un gentilizio, un cognome di nobili origini.
Accanto a questa incisione ne è presente un’altra a forma di svastica. Probabilmente,
penserete, si tratta di una forma contemporanea di vandalismo, ma vi
assicuriamo che i nazisti tedeschi non furono i primi ad utilizzare questo
simbolo. Infatti, per gli Etruschi, questa svastica rappresentava l’immagine
stilizzata del Sole, una bellissima connessione tra gli dei della terra e
quelli del cielo.




Un tratto della Via Cava “Il Cavone”

All’interno
dell’area archeologica a pagamento, si può accedere alla Via Cava di Poggio
Prisca, una ‘tagliata’ piuttosto stretta rispetto alle altre di questa zona. Oltre
a nicchie scaccia-demoni medioevali e alle incisioni dei visitatori
contemporanei, si notano i segni molto marcati degli arnesi utilizzati per
scavare la via cava nella roccia tufacea. Qui si percepisce più forte l’eco del
contatto con la Madre Terra che ha spinto gli etruschi a realizzare queste
strade. Ci colpisce con la sua brutalità e la sua dolcezza, risvegliando
istinti ormai sopiti da millenni.


La Via Cava di Poggio Prisca

Dall’altra parte
della strada provinciale, si segue un sentiero che porta in un’area separata
del parco archeologico. Proseguendo verso destra, alla penombra di un
boschetto, si viene inghiottiti dalla Via Cava di San Sebastiano, che aspetta
come un’enorme bocca aperta. È, a nostro parere, una delle più suggestive… le
sue pareti sono così alte che pare di addentrarsi nelle profondità della terra
stessa! La Natura ci chiama a sé ad ogni passo per ricongiungerci alla nostra
animalità e alla nostra sacralità nei confronti di qualsiasi forma di vita. Per
evitare che questa entità ‘malefica’ uscisse dall’antro oscuro in cui abitava,
i cristiani hanno costruito poco distante dalla via cava la Chiesa di San
Sebastiano, ormai sconsacrata, e la tennero sotto controllo edificando un
oratorio all’interno di antiche tombe etrusche, in cui sono state incise
diverse croci. Il senso di oppressione che ci tende gli agguati ad ogni angolo
è mitigato dalla meraviglia e dalla pace che emana questa ‘tagliata’.



Fabiano nella Via Cava di San Sebastiano
Le vie cave sono ottime amiche per gli amanti di natura e archeologia,
nonché buoni personal trainer! I loro sentieri scoscesi e in pendenza sono a
volte impegnativi, ma superare la fatica per immergersi completamente nella
loro imponente atmosfera silenziosa e fresca è una ricompensa più che gradita.
Siamo certi che, se le provaste anche solo una volta, non smettereste di
cercarne altre ed innamorarvi di questi giganti di tufo.
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