UNO SCAVO ALL’INTERNO DEGLI OSCURI SEGRETI DELLA CHIESA: NARNI SOTTERRANEA

L’incantevole
cittadina umbra di Narni (Narnia, in
epoca romana) si affaccia sulla quieta e rigogliosa Valnerina da oltre 2000
anni. Fondata dalla popolazione osco-umbra, fu vittima di diverse conquiste
romane e scorrerie napoleoniche. Tuttavia, sin dal Medioevo, rimase sempre
sotto il dominio dello Stato della Chiesa fino al 1861, anno in cui l’Italia
venne unita da Vittorio Emanuele II. Da allora alcuni dei fatti antecedenti al
Regno d’Italia furono dimenticati e occultati. Fino al 1979, nessuno sapeva che
questa pacifica cittadina nascondesse dei terribili segreti.

Cappella del convento di San Domenico (foto gentilmente concessa da Narni Sotterranea)


Nelle proprietà
di alcuni contadini del posto, sei adolescenti che si dilettavano in
speleologia riportarono alla luce un antico convento sotterraneo, risalente
all’XII secolo e fino ad allora dimenticato. Ma cos’hanno di tanto speciale
queste rovine? Ciò che davvero rende questo complesso monasteriale affascinante
e inquietante è la sua funzione di sede del Sant’Uffizio o, per meglio dire,
della Santa Inquisizione! Infatti, l’antico convento di San Domenico fu una
delle sedi principali dell’Inquisizione, alla caduta della quale la Chiesa ha
fatto in modo di occultare ogni prova a riguardo. Tuttavia, tra le pagine
sbiadite di alcuni documenti rinvenuti negli Archivi Vaticani è stata
rintracciata la colorita verità: viene citata, infatti, la cosiddetta “Stanza
dei Tormenti”, ovvero la camera in cui si svolgevano i tribunali ecclesiastici
e venivano applicate le più fantasiose torture. E questa camera si trovava
proprio nel convento di San Domenico. Prima di questa scoperta, però, le
memorie riguardanti questa sede dell’Inquisizione erano andate perdute o
accuratamente celate.

La Sala dei Tormenti (foto gentilmente concessa da Narni Sotterranea)


Accantonando per
una volta la macchina fotografica (le foto che vi mostriamo sono una gentile
concessione di Narni Sotterranea), ci siamo “addentrati” tra i corridoi pieni
di storia e ricordi tormentati, mentre una guida ci narrava del luogo e di come
fu rinvenuto. Giunti alla Stanza dei Tormenti, adornata delle riproduzioni degli
arnesi di tortura, ci ha raccontato di due prigionieri, di cui si conosce la
storia grazie ad alcune documentazioni dei processi rinvenute al Trinity
College di Dublino e che furono salvate dalla cartiera francese a cui erano
destinate. Entrando nella cella adiacente, il turbamento si fa strada nelle
vene mentre si ammirano le pareti ricoperte da simboli e frasi dei prigionieri.
Alcuni si limitavano a contare i giorni di prigionia, altri incidevano delle
confessioni di innocenza. Uno in particolare ha tracciato sia date, sia frasi,
sia simboli massonici, con la speranza che qualcuno alla fine ne rivelasse il
mistero. Tra le diverse scritte, si possono individuare il Sole (simbolo
maschile dell’origine e della ragione, una luce che illumina l’intelletto) e la
Luna (simbolo femminile dell’oscurità e della mutabilità delle forme), l’Occhio
della Provvidenza (il tipico occhio racchiuso da una piramide, simbolo di Dio
come architetto dell’Universo che tutto vede) e molto altro. La cosa affascinante
è che sono ancora lì ad attendere di essere compresi…

Cella con iscrizioni dei prigionieri (foto gentilmente concessa da Narni Sotterranea)


L’intera visita è una
discesa in fredde stanze intrise di oscurità, colme di sordidi segreti ancora
da svelare che, come muffa, macchiano le candide pareti dell’apparenza. Nonostante
ciò, gli spiriti irrequieti che hanno sempre cercato di far conoscere quell’emozionante
tassello di Storia eclissato, ci sono riusciti grazie alla determinazione di
questi ragazzi. Per fortuna, trovandosi proprio sotto la giurisdizione del
comune cittadino, Narni Sotterranea è entrata a far parte dell’Associazione
Italia Sotterranea che lo salvaguarda e ne divulga la parte di quel contenuto
enigmatico che finora si è riusciti a decifrare.
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